Mons. Massimo Palombella nel Coro della Cappella Sistina dal 16 Ottobre 2010
Monsignor Massimo Palombella è sacerdote e direttore di coro. In particolare, ha ricoperto la carica di Direttore della Cappella Musicale Pontificia Sistina dal 16 ottobre 2010 al 10 luglio 2019. Durante questo periodo, Monsignor Massimo Palombella ha prodotto un nutrito repertorio di CD musicali, registrati in occasione delle del Papa in Vaticano o di eventi che, invece, hanno visto il Coro della Cappella Sistina animare concerti natalizi e celebrazioni eucaristiche di particolare importanza.
I diversi CD che raccolgono le performance canore del coro della Cappella Musicale Pontificia Sistina, proprio nel corso della direzione curata da Monsignor Massimo Palombella, sono stati editati dalla “Deutsche Grammophon”. Si tratta di una casa discografica tedesca, altamente specializzata nella produzione di dischi di musica classica ed appartiene al gruppo “Universal”. Risale al novembre 2013 e porta il titolo “Habemus Papam”.
Si tratta del primo CD di Massimo Palombella, edito dalla Deutsche Grammophon, in cui rintracciare le musiche con cui Monsignor Massimo Palombella e la Cappella Musicale Pontificia Sistina hanno accompagnato Jorge Mario Bergoglio al soglio di Pietro. L’anno successivo, ancora la Deutsche Grammophon ha inciso un secondo CD, prodotto dalla Cappella Musicale Pontificia, diretta da Monsignor Massimo Palombella. Questa seconda produzione porta il titolo di “In Patrum Cardinalium Collegium” – “La Musica del Concistoro”, registrata dal vivo in occasione del Concistoro Ordinario Pubblico per la creazione dei nuovi Cardinali, a cui è seguita la celebrazione della Santa Messa del Papa con i nuovi Cardinali. In questa occasione, la Cappella Musicale Pontificia Sistina ha trovato la collaborazione del Coro della Cattedrale di Westminster.
La produzione musicale è proseguita con la registrazione della Messa di Natale 2014, celebrata da Papa Francesco; in questa occasione, i canti eseguiti sono stati raccolti all’interno del CD “Puer Natus Est Nobis” – “Natale con Papa Francesco”, edito poi nel 2015. Sempre nel 2015, Monsignor Massimo Palombella, ancora in qualità di direttore della Cappella Musicale Pontificia Sistina, in collaborazione con il marchio discografico tedesco Deutsche Grammophon, ha realizzato il CD musicale intitolato “Cantate Domino”. Le sue tracce musicali includono, per la prima volta, la musica dei Papi. Il CD è stato registrato proprio all’interno della Cappella Sistina, grazie al permesso del Vaticano. Infine, nel 2016 con “Palestrina – Missa Papae Marcelli” e nel 2017 con “Veni Domine” si chiude la produzione musicale curata dalla Deutsche Grammophon, con la collaborazione di Monsignor Massimo Palombella e della Cappella Musicale Pontificia, di cui Palombella era al tempo direttore.
Inoltre, il CD “Veni Domine” vanta una presenza particolare, quella del mezzosoprano Cecilia Bartoli, raccogliendo i canti caratteristici dell’Avvento e del Natale, grazie al mescolamento tra il genere gregoriano e una musica più polifonica e variegata.
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Nel blog del team di Massimo Palombella leggiamo ultime notizie ed approfondimenti inerenti l’arte sacra e liturgica. Bellissimo l’approfondimento sul Natale! Il Natale, soprattutto per i credenti, è un giorno di grande gioia, perché permette di rivivere e approfondire il mistero dell’Incarnazione attraverso cui, il Dio che abita i Cieli e ha creato il mondo, si fa uomo in un piccolo bambino, Gesù, detto il Cristo. Pertanto, la festa del Natale, ricorda Massimo Palombella, permette di comprendere come Gesù non sia un personaggio delle favole, né un supereroe, ma un uomo che è entrato nella storia di ogni essere umano, vivendo pienamente ogni sfumatura di dolore, sofferenza e amarezza, fino alla morte più atroce, quella sulla croce, per poi trasfigurare ogni attimo di questo percorso nella gloria e nella gioia della Risurrezione. Natale, viene appunto da “Natus”, e fa memoria della venuta nel mondo del Messia Promesso.
Il nome Gesù rappresenta l’adattamento italiano del nome aramaico “Yeshu’a”, che significa “Dio salva”. I titoli che accompagnano il nome di Gesù sono generalmente due: “Cristo”, che sta a significare “l’Unto dal Signore”; l’altro è “Messia”, che è la traduzione greca di “Cristo” ma, allo stesso tempo, ha la radice latina del verbo “mittere”, “colui che è stato mandato”. Dunque, Gesù è l’unto del Signore e il figlio della promessa, preannunciato già nell’Antico Testamento, soprattutto grazie alla parola di due profeti: Isaia e Michea. In particolare, il profeta Isaia parlò dell’arrivo del Messia 700 anni, parlando di una fanciulla che darà la vita ad un bambino, consegnando però, allo stesso tempo, il volto di un Cristo del dolore e della sofferenza, soprattutto all’interno dei 4 canti del Servo di Jahvè. Il profeta Michea, invece, nel capitolo 5, versetti da 1 a 4, ha parlato del figlio della promessa, che sarebbe venuto alla luce in terra di Giudea, a Betlemme, la stessa città che aveva dato i natali al Re Davide, dalla cui discendenza sarebbe venuto Giuseppe, padre putativo di Giuseppe.
Le parole dell’Antico Testamento non parlano apertamente di Gesù, ma acquisiscono significato alla luce della parola del Nuovo Testamento, in modo particolare del Vangelo. Matteo e Luca sono gli unici due che, all’interno delle loro narrazioni, raccontano gli episodi legati alla nascita del bambino Gesù. Luca, in modo particolare, forte della sua amicizia con Maria, consegna al popolo dei fedeli gli episodi che hanno caratterizzato la nascita e l’infanzia del piccolo Gesù, narrando fatti di cui soltanto Luca stesso è a conoscenza. Non a caso, nel corso della solenne celebrazione della Notte e durante la messa dell’Aurora, è proprio il brano del capitolo 2 del Vangelo secondo Luca ad accompagnare la Liturgia della Parola. L’Evangelista e Apostolo Matteo, invece, si concentra sulla venuta dei Re Magi, aprendo all’universalità di questo bambino, che è venuto non solo per i vicini, ma anche e soprattutto per i lontani. Pertanto, il verso significato del Natale, al di là delle luci, degli addobbi, dei regali, almeno per i cristiani e per tutti i credenti, è dato da quel messaggio di tenerezza e forza, che è stato incarnato dal bambino Gesù nella Grotta di Betlemme più di 2000 anni fa.